1978 (tempo di lettura 75 secondi).
Ho 42 anni, sono nato nel 1978.
La benzina costava 500 lire al litro, il caffè 200 lire e avevamo un'inflazione al 18,11%.
1978 dicevamo, ovvero l'anno nel quale sono morti 2 papi in un mese: Paolo IV e Albino Luciani.
Papa diventerà poi Carol Wojtyla.
A San Remo vincono i Matia Bazar con "Dirsi ciao", Rino Gaetano arriva terzo. Il fenomeno punk passa come una stella cadente nel panorama musicale nostrano.
1978 è anche l'anno della morte di Peppino Impastato, trucidato dalla mafia.
Nel 1978 le Brigate Rosse uccido Aldo Moro.
Le Brigate Rosse, nella loro follia, sostengono che il PCI debba stare fuori da ogni accordo (compromesso storico) e andare all'opposizione. Subito, anche con la forza armata del terrore.
Sono nato in un anno violento, cupo, nero, dove la morte scendeva per le strade a macchiare di sangue e brandelli di carne innocenti passanti.
Nel 1978 in Italia avevamo più di 209 gruppi terroristici operanti e agguerriti.
Gruppi di destra e gruppi di sinistra. Non ci mancava nulla.
Se passavi a San Babila vestito "come uno di sinistra" potevi essere ucciso e violentato dai neonazisti sanbabilini: "San Babila ore 20: un delitto inutile", il film.
Se eri un comunista avevi il diritto di bruciare vivi gli attivisti nelle sedi del Movimento Sociale - Destra Nazionale.
Sono nato nel 1978, un anno uscito da un romanzo oscuro, denso, buio degno della penna di Giancarlo de Cataldo o degli articoli di giornalismo investigativo di Giancarlo Siani.
Ora, 41 anni dopo mi ritrovo ancora a parlare di terrorismo e criminalità.
Lo farò senza clamore, senza razzismo, senza discriminazione: con calma, profondità, accortezza e rispetto per le vittime e chi ha sopravvissuto a loro.
Senza facili etichetta date a quella religione, quell'etnia, quel fenomeno contingente o meno.
Lo devo a quel bambino, lo devo a me, lo devo al lavoro che faccio.
Lo devo a tutti quei morti.
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